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228 | il secolo che muore |
troverà mai nulla... oh! non vede come le tremano le mani... lasci fare a me: ecco qua 143... se il condannato in contumacia...
— No, caro lei, 153.
E il custode, bagnandosi l’indice di saliva, sfoglia il libro mormorando: 147, 150... ecco 153, legga.
— Mi faccia questo piacere, legga lei... mi abbagliano gli occhi...
— Volentieri: l’attentato contro la sacra persona del re è punito come il parricidio. Misericordia! esclamò il custode, l’altro articolo leggeremo un’altra volta, e chiuso il libro, fece per andarsene; ma Zaccaria gli si avventò addosso come un gatto spaventato, gli strappò dalle mani il libro e corse in un batter d’occhio nell’angolo più lontano della prigione, dove trovato con mirabile prestezza l’articolo 513 lesse:
«I colpevoli dei crimini di parricidio, di venefizio, d’infanticidio e di assassinio sono puniti colla morte.
«Il condannato per parricidio sarà condotto al luogo del patibolo a piedi nudi e col capo coperto di un velo nero.»
Il povero Zaccaria lasciò cadersi di mano il libro, proruppe in ischianto ineffabile di dolore e sopra se stesso aggirandosi come paleo, battè sconciamente nel muro, e lunghesso quello strisciando il viso ci lasciò la pelle della guancia diritta; sul pa-