Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/222

220 il secolo che muore


— La girandola piglia, su, da bravo, ora bisogna macinare quando piove.

Ed era un confortare i cani all’erta, che Fabrizio si sentiva pur troppo disposto a correre senza mestieri perette; con la scorta di Sotero continuarono pertanto le perquisizioni e gl’imprigionamenti: ai conforti di lui tutto procede in perfettissima regola di legge, imperciocchè Sotero fosse di quelli che innanzi d’impiccare un uomo senza le forme legali avrebbe impiccato se: quantunque mal volentieri, consentì a Fabrizio che si valesse del giudice suo amico per istruire il processo, considerando che per ricuperare la grazia dei suoi superiori questa volta si sarebbe messo in quattro, e a patto che avesse preso da lui la imbeccata; e tu immagina se il nuovo Teseo con questa razza filo girava senza perdersi per gli andirivieni del laberinto.

Gli arrestati chiusi in carcere separata, dov’erano silenzio e tenebre come dentro al sepolcro; li funestavano la notte i passi pesanti delle guardie, la reciproca chiamata all’erta, la visita improvvisa delle prigioni e lo infame battere strusciando il ferro sopra le inferriate per tentare se fossero intere: lumi proibiti e i libri; più che tutto l’occorrente a scrivere: nè di fuori entrava, ne di dentro usciva notizia di sorte alcuna: i custodi muti quanto gli eunuchi negri del sultano: in balia interi allo sgomento e al tedio: e a diritto; perchè non potendo più (come si vor-