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218 il secolo che muore


fico cittadino. Scopo più speciale, e confessato della congiura, guerra a morte alla possidenza e al capitale, morte a tutti quelli i quali pel fatto solo di avere proprietà erano ladri; dispersa la famiglia, perchè di petto a lei il bordello e il bagno paradisi terrestri; distrutti i commerci, a fondo le industrie; ne anco la sacra persona del re risparmiata; di questa eziandio (si rizzano al solo riferirlo per orrore i capelli) la strage meditata e ammannita, e si comprende appuntarsi in lei ogni conato parricida, a ragione convinti gli scellerati che, rimosso il tutore e il vindice, riusciva agevole far man bassa della innocente cittadinanza. Ma Dio, che vigila sopra i giorni dei principi, eccetera, non aveva sofferto, eccetera. Adesso gl’italiani confidano che giurati e magistrati faranno a gara di porre il freno ai perduti con salutare terrore: si rammenteranno come il medico pietoso fa le piaghe puzzolenti; alle idrofobie niente altro proviamo giovare, eccetto il cauterio, e cauterio sia; poi conchiudevano che la piena dello sdegno non concedeva loro la calma necessaria al pubblicista per giudicare di questa maniera enormezze; quindi chiudersi la bocca in osservanza al precetto che vieta di pregiudicare con giudizi anticipati la condizione di coloro che stanno sotto il giudice. Gaglioffe ipocrisie, e tuttavolta non meno truci che stupide.

Quello e gli altri di fu un andare e venire ratti