Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/219


capitolo xvii. 217


necessità virtù, ebbe a contentarsi nel presagio che si sarebbero accomodati i basti per la strada. Ora, tiratesi sa le maniche della camicia fino alla spalla, si mise al travaglio di buona gana: Sotero di consiglio lo sovveniva e di opera. In una notte sola le guardie di polizia fecero la bella giacchiata di venti giovani sventati e di taluni vecchi, anche più storditi dei giovani, imperciocchè se vecchiaia partorisse sapienza, i ministri delle Corone si potrieno ricavare dai tavoloni stagionati di abete.

I giorni successivi agli arresti, ecco i giornalisti biacchi, che ingrassano nei pantani ministeriali, arrangolarsi ad insinuare nei cittadini la paura e la calunnia: per lodevole vigilanza dei magistrati egregi essersi scoperta la più atroce (questo diceva l'Opinione), la più sacrilega (quest’altro epiteto veniva dalla zecca della Perseveranza), la più sovversiva (scriveva la Nazione, che nell’arte della ipocrisia rappresenta il bimmolle) congiura che mai minacciasse fin qui di mandare sotto sopra il civile consorzio. Per ora gli arrestati oltre a cento, ma la solerte polizia correre su la traccia di altri congiurati, che si riprometteva scovare in giornata. Le corrispondenze e le altre moltissime carte d’importanza suprema trovate: le infinite ramificazioni nelle plebi; le armi, le munizioni, le bombe all’Orsini sequestrate; la maggior copia di queste tuttavia nascoste mettere il ribrezzo addosso ad ogni paci-