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214 il secolo che muore

214 IL SECOLO CHE MUORE

— Tutte le cose nostre hanno lor fine, Giorgio, e quanto più invecchiano, e più si avvicinano alla morte; e tu pure morirai, Giorgio, e morirò anch’ io.

— Potessi almeno sapere in che ho mancato!

— Non è per difetto, Giorgio, che io ti congedo, bensì per eccesso; i servi dei ministri non devono adoperare altro che le orecchie per udire e obbedire

evita come la morìa servo che osserva e fante che argomenta; quando sarai ministro, Giorgio, imparerai la saviezza di questo consiglio: ora vattene.

Mutata di vesti, più smagliante della mattina, gloriosa e pomposa, al tocco del mezzodì la Bianca si presenta all’anticamera del ministro, il quale avevo di già avvertito l’usciere che, dove si presentasse, quantunque non fosse giornata di udienza, lo avvertisse. Questi come il ministro ordinò fece, e S. E. si mosse ad accoglierla fino sopra la soglia, dove le disse con voce alta, sicchè potessero sentire tutti:

— Non ho saputo resistere, mia signora, al timore di comparire presso la S. V. poco cortese: passi pure a informarmi di quanto le occorre da questo officio; solo sono costretto a pregarla di spe-