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204 | il secolo che muore |
principi, che Dio feliciti, in parte per compenso dei servizi resi dai sucu maggiori e in parte per incoraggiamento a renderne dei nuovi... quindi io, Fabrizio, posso vantarmi di avere fatto sempre il mio dovere; il soldato difende il sovrano dai nemici esterni; noi lo difendiamo dagl’interni... in apparenza diverso e col consenso dei superiori, in sostanza sempre lo stesso... non ho mutato mai... capisci; non ho mutato mai.
— E le carte che io ti consegnava! esclamò Fabrizio, picchiandosi forte della palma aperta la fronte.
— Io le consegnai religiosamente nelle mani del ministro dello interno; quelle che venivano da te egli ritenne; le altre, sempre di commissione superiore, affidai a quell’energumeno di Zaccaria Recanati, che la trincia da Giuda Maccabeo della repubblica, vuole annegare tutto il genere umano nel Mar Rosso; non gli basta il petrolio, invoca un diluvio di fuoco come a Gomorra, sicchè per le sue sgangheratezze è cascato in uggia anche ai compagni... a lui preme principalmente schiacciare la testa... non già perchè il più pericoloso, ma si più chiassoso.
E qui avendo notato la faccia disfatta di Fabrizio e lo abbattimento che si era impadronito di lui, per dargli coraggio riprese:
— E ora che costernazione ti piglia? Se il go-