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capitolo xvii. 201


poi sempre costretto, anche contro la sua volontà come contro coscienza, ed in ispreto della legge ad obbedire.... ah! se non fossero cinque figliuoli e la moglie che gli stanno alla vita, quattro più che i serpenti a Laocoonte; ma ormai ci sono... mi raccomando in visceribus; — ci contentiamo non ci faccia male; metto me, i cinque figliuoli al suo servizio.

— Io non la tengo in parola, sarebbero troppi. La si calmi, non sono vendicativo io; nè so vedere in che ella mi abbia offeso: sappia che approvo e lodo gli impiegati zelanti, i quali senza tante invenie obbediscono agli ordini dei superiori quali essi sieno; — anzi, in prova di perfetta amicizia, si compiaccia salire in carrozza col signor cancelliere, che vo’ procurarmi l’onore di accompagnarla. In carrozza ha condotto me, in carrozza permetta che io conduca lei.

— Ma le pare! Adesso mi corre il debito andarmene difilato a informare di quanto accadde il signor sostituto del regio procuratore.

— Tanto meglio, che io pure mi dirigo costà, e pel suo medesimo motivo.

— Come così è, andiamo.

Sotero persuase facilmente il giudice a lasciarlo discorrere con Fabrizio prima di lui, che con quattro parole avrebbe dato recapito ad ogni cosa, risparmiandogli forse parecchie mortificazioni; per