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186 | il secolo che muore |
brizio con quello parole chiuso la bocca dello avello della sua coscienza, recitandovi sopra: requiescat in pace.
Adesso, pel buono intendimento del racconto, ci occorre ricordare come i veri e primi fattori della restaurazione italica, avendo sperimentato truci non meno che implacati persecutori tutti i pricipi così domestici come forestieri, non escluso, anzi capitale fra essi, quello che dai cortigiani si suole ora chiamare magnanimo, si dedicassero interi al culto della repubblica. Allorchè poi la prepotenza dei casi costrinse Carlo Alberto, per interesse di regno, a zelare la salute della nostra patria, non gli bastando a tanta mole le armi regie, accolse, lusingando, le forze rivoluzionarie, per avventura male atte ad assettare gli Stati, a vìncere tirannidi potentissime; e queste subito e lealmente si strinsero a lui, o perchè più della libertà amassero la patria, o perchè supponessero invano affaticarsi per la libertà se prima non si fondava la patria, o perchè sbagliassero. Condotte a felice compimento le guerre patrie, molto per fortuna e un poco per virtù di popolo, quali lo ingegno e le opere dei repubblicani? Vari i concetti. Taluno avrebbe aderito alla monarchia, nella fiducia che s’ella si mostrò inferiore alla sua fama su i campi di battaglia, si sarebbe fatta perdonare la sua sconcezza in guerra procedendo laudabilmente negli studi di pace. Altri