Bianca a S. E. il ministro? Veda, con uno schizzo mi sbrigo. Che la Bianca fosse una leggiadra femmina già io gliel’ho detto; forse più leggiadra che bella, ed anche questo, panni non averglielo taciuto, sicchè fermi al chiodo del come aparve vestita: mi sembra vederla..... oh! senta. Portava un cappellino di velluto nero guarnito di una piuma nera cadente da un lato; la fodera di raso colore bianco-perla inquadrava (se avessi descritto il marito era più proprio il vocabolo incorniciava, parlando della moglie mi sembra stia meglio inquadrare) la sua magnifica capellatura, donde scaturiva il gambo di una rosa con alquante fogliuzze dintorno, la quale pareva si arrampicasse lungo la parete di raso bianco; la rosa era artificiale, s’intende, ma bisogna dire che non se ne sarebbe accorta la stessa natura, tanto compariva eccellentemente fatta. La venusta donna, a rendere più compito l’inganno, l’aveva intinta leggermente nell’essenza di rosa. Se o busto, o imbottitura, o faldetta avessero emendato in lei qualche vizio del seno, o dei fianchi, per me non glielo posso dire; fatto sta che Diana cacciatrice non gli avria desiderati più belli, tanto fasciati dalla casacca di velluto nero cotesti della Bianca apparivano divini; non portava cintura, nè altro ornamento di sorta, eccetto due bottoni di diamanti agli orecchi ed uno spillo pure di diamante, che teneva appuntato un nastro intorno al collarino di