Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/168

166 il secolo che muore


chiamato, e con i più acerbi rinfacci garrito della sua ingratitudine, serrò gli occhi e si pose a letto chiusa in un tetro silenzio.

Talora pensava Fabrizio fra sè: chi mai lo avrebbe sospettato! Esclamazione dei tre quarti dei mariti dopo un mese o due di matrimonio, e questo perchè la natura dipinge la passione a buon fresco, e la educazione poi la ritocca a secco: i ritocchi a secco col tempo cascano, ma la pittura a buon fresco rimane. Prima di portarla non si può sapere se farà male la scarpa, e finchè le non si daranno le mogli a prova io non ci vedo verso di evitare simile pericolo.1

Già eravamo presso a finire la moneta ricavata dalla vendita del diamante, e Fabrizio, rifuggendo dal rinnovare le parti dell’ebreo Shylok,2 quantunque a malincuore, si fece a trovare il socero, il quale da un pezzo in qua visitava la figliuola di rado e sempre più breve; questi lo accolse con visibile imbarazzo: avesse potuto svignarsela! Ma poichè altra via non gli si parava dinanzi, eccetto la cappa della stufa, voltata faccia alla fortuna con la consueta inverecondia, tra le altre queste cose favellò al suo genero:

— Caro mio, tu lo sai, dalla mia paga in fuori

  1. V. Storia di un Moscone, e come si dieno le mogli a prova in Corsica.
  2. V. Mercante di Venezia.