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14 | il secolo che muore |
Ora, vi pare egli possibile che i ministri ed i cozzoni dei ministri vogliano prendere di queste gatte a pelare? Le sono calunnie prette. Dunque i ministri non ci è caso che si avvantaggino su quel del pubblico? E ti basta il cuore a sostenere di questa ragione enormezze? Rispondo a cui mi interroga: io non ho detto questo: ministri io maneggiai di due qualità, patrizi e plebei: voraci i primi, i secondi no, e ciò perchè quelli avvezzi ai bocconi grossi, e a mangiare da due ganasce, questi alla parsimonia e a brucare in punta di labbra: adesso però non entrerei mallevadore che parecchi democratici di marmeggie fossero diventati avoltoi. L’appetito viene mangiando.
Il ministro pertanto (importa metterlo in sodo) non contretta dal luogo a quo al luogo ad quem; il ministro piglia parte della senseria negli imprestiti pubblici, e non se ne vergogna, perchè nel regno sardo ab antiquo costumava così, nè uomo poteva malignarci su, imperciocchè i principi di Savoia, per quello che sembra, avendo eredato da Gesù Cristo non solo la santa sindone e la corona di spine di Gerusalemme, ma i chiodi altresì, si sieno trovati sovente a friggere con l’acqua, e perciò nel bisogno di pigliare di tratto in tratto cinque o sei milioni a usura, per isconficcarseli da dosso: questo veramente non si può dire pagare i debiti, ma sìi di cinque o sei bullette farne un bullettone solo; ma non