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150 il secolo che muore


— Non sono novità, ma cose vecchie; o non vedete che se fate un passo di più mi stritolate i denti che mi sono caduti per terra, ed io, come sapete, tengo il portafogli delle finanze: ora, un mistro di finanza senza cuore ed anche senza cervello può darsi, senza, denti no; sarebbe un padre senza... oh! a proposito...

E qui espose al collega il suo bisogno; e colui nato e cresciuto giunco in terra palustre, si piegò subito alle voglie del suo piuttosto padrone che compagno nell’ufficio, e gli venne dichiarando partitamente chi avrebbe messo da lato con la debita pensione, e chi scarrucolato da un paese all’altro per fare largo a Fabrizio.

Mentr’egli favellava, il presidente del Consiglio, presa così per trastullo una penna, si mette a calcolare: lire seimila aggravio allo Stato per la pensione, lire ottomila per traslatamento di sei sostituti, non contando altri disagi e spese, e tutto questo per tenermi bene edificato il Vinneri! Il Vinneri! lui, se non fossi ministro, non mi gioverei pigliare con le molle per buttarlo sul concio. Il Vinneri! che se dimani ci trovasse il suo conto, mi darebbe di un calcio nei reni alla traditora, quando anche mi trovasse in capo di una scala... Così vuole questa delizia del governo costituzionale... Però, non creda già di mangiarmele a ufo... gli darò bene io ossi duri a rodere... e dall’altra parte è spediente che