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capitolo xvii. | 147 |
dra?1 Costui con un taglio di carne di due libbre era riuscito ad agguantare un magnifico arrosto di quaranta, e a lei non basterà l’animo di trovarmi un posto pei mio genero? Riscattarmi un’anima? Mettersi al fianco una lancia spezzata tagliente e sicura?
— Ma io non sono mica il ministro di grazia e di giustizia, ed ella è al caso di saperlo meglio di ogni altro... e adesso che fa? perchè si volta addietro?
— Ecco, eccellenza, ho creduto ch’ella volgesse la parola a qualcheduno che mi stesse dopo le spalle... ma via, Conte, che ho fatto mai per demeritare la sua stima; ma che le sembra che tra noi sacerdoti abbiano corso simili tattere? O che non sappiamo tutti ch’ella fa qui la pioggia e il cielo sereno?
— S’ingannano tutti; ed io in coscienza... in onore, posso giurarvi...
— Eccellenza, lasciamo ogni cosa al suo posto, non diamo incomodo a nessuno...
— Orsù, senta, un posto di sostituto posso ripromettermi ottenere pel suo genero.... più no....
— È poco...
- ↑ Costui arrostiva carni per sè e per fuori, sicchè ogni giorno ne aveva copia di tutti i pesi: riusciva facilmente nel suo intento, surrogando l’arrosto di due libbre a quello di due e mezzo; quello di due e mezzo all’altro di tre, e così di seguito, finchè il pezzo più grosso gli cascava in mano per quello di due libbre.