Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
134 | il secolo che muore |
detto, la fronte prima delle cose spesso ingauna, e lo ha scritto anche Fedro, perchè essendo i giudizi vari quanto i cervelli, tu presumeresti di te oltre il dovere perfidiando nella tua opinione come unica vera, perchè se vorrai assumere la difesa delle cause, dove la ragione comparisca chiara come due e due fanno quattro, non ci era mestieri che ti mandassero a studio; per ultimo il tuo podere è il tribunale, dove se ti riprometti seminare sempre ragioni tu ci raccoglierai grilli cantaioli... e tu... tu hai bisogno di provvedere alle spese di casa tua.
Il pane, più spesso che non si vorrebbe, mentre fa vivere il corpo ammazza la coscienza. Fabrizio ci pensò su, e conchiuse col difendere la causa. Il futuro socero presiedeva il tribunale, ma furbo da tenere le volpi in convitto, affidò la relazione del piato ad un grullo di cui il pendolo pensante non si metteva in moto se uno di fuori non gli ci dava una ditata. Ora, sebbene Fabrizio avesse, in meno di due mesi, con la velocità delle comete, corsa quasi tutta la curva della perdizione, pure ebbe a stupire non poco quando il socero dabbene certa sera, ridottosi con lui dentro allo studio, così gli favellò:
— Senti, Fabrizio, ma tieni in te, in Camera di consiglio abbiamo deciso in massima darti ragione. Dunque l’arrosto è nello spiedo. Ora il dotto consigliere commesso a presentare la relazione e lo schema dei considerandi, come uomo avvezzo alla cucina