Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore III.djvu/135


capitolo xvii. 133


parlato così: ci pensi meglio; giovedì a questa medesima ora tornerò qui a riverirla....

— Caro mio, ringrazia la tua stella, egli ebbe giudizio per te; in generale gli uomini si arrotano invano, durante la intera loro vita, a tirare la fortuna a se con le tanaglie, e tu quando viene a visitarti spontanea la pigli a calci! Ta sei troppo giovane per giudicare su due piedi; la ragione delle cose non è una mosca, che si pigli a volo; tutte le faccende umane si presentano sotto forma di matasse arruifate, e ci vuole il diavolo a trovarne il bandolo. Di là dal codice, caro mio, vi ha un visibilio di ragioni, le quali, come le stelle di terza e di quarta grandezza, senza il telescopio non si possono scorgere. Quel tagliare i nodi di un picchio con la spada è mossa da soldato sagato, non da soldato togato.

— Ma voi, signor socero, che pur siete magistrato, e dei buoni, dovete confessare che le mie ragioni non ammettono replica....

— Eh! eh! Io sono magistrato non avvocato, e quindi per necessità bisogna che il mio parere dissenta da quello degli avvocati... Come no? O non mi venite sempre in due davanti; uno per sostenere il diritto e l’altro il rovescio? Ora, se dessi ragione a tutti e due, o come farei a giudicare? D’altronde, acqua in bocca, perchè senz’altro mi toccherà a dire la mia su la questione. Tuttavia io non dubito a confortarti di assumerne la difesa, perchè, come ho