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126 | il secolo che muore |
miato usci dalla stanza; allora il presidente si percosse della palma la fronte, e non disse, ma pensò come Tiberio quando sentì che Camuleio si era sottratto con la morte spontanea alla condanna: Ah! me evasit, mi è scappato! Se non che Bianca, sentendosi la principale interessata, affincliè ciò non succedesse, gli corse dietro per rammendare, se l’era possibile, lo strappo; Fabrizio tutto sconvolto non pose mente a cui lo seguitava rischiarandogli il cammino; giunto all’uscio di casa lo aperse, e giù difilato a furia per le scale; ma sul punto di tirare su il saliscendi della porta di strada, ecco una voce soave e piena di amore domandargli:
— E ti basta il cuore di lasciarmi così? E che cosa ti ho fatto, Fabrizio?
Come vedete, l’amore aveva progredito con passi lunghi, si sarebbe detto che fosse montato su i trampoli. Fabrizio, nel volgere il capo, vide cascare dagli occhi della Bianca due lacrime, che l’Amore si saria affrettato a suggere con un bacio, per donarle a Venere madre, ond’ella ne arricchisse lo scrigno delle sue gioie più care. Ed ora, che importa che io vi riferisca quali fossero le parole che i due amanti scorrucciati ricambiaronsi sopra la soglia di casa? Voi lo sapete, come entra Amore di mezzo, i negoziati non menano a lungo; basta per ultimatum un sorriso; per ultimatissimum un bacio.