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124 il secolo che muore


fitto da madre natura nei nostri cuori; valga il vero: voi vi affaticate a demolire Dio, e volete l’anima morta col corpo: bene sta, ma chi ha fede nella vita futura potrà (non potendone fare a meno) accomodarsi alle miserie della vita presente; ma se al cessare del fiato si spengono i moccoli, voi mi costringete a crescere da questa parte quanto mi fate perdere dall’altra, a riportare nella casa di qua le suppellettili che aveva mandato ad arredare la casa di là. Vero è che per sollievo mi lasciate la fama; ma fatto ch’io sia fatto terra, a che mi approda la fama? Per significare cosa inane sogliamo dire: gli fa come l’incenso ai morti; ora la fama è meno dello incenso, perchè la è vento senza odore; e ora soffia di qua, ed ora di là, conforme le frulla.1 Le aspirazioni delle creature viventi consistono nel condurre la vita con meno dolori e con più gioie che sarà possibile: varie le vie che mettono a questa

  1. A pochi è noto il seguente caso, come a molti tornerà grato saperlo. — Pio IX nel 1855 andò a fare un giro pei suoi Stati; giunto a Ravenna, volle naturalmente visitare il sepolcro del gran padre Alighieri; il popolo gli traeva dietro, in parte plaudendo e in parte imprecando: sciolto il voto, gli fu presentato un libro dove i pellegrini sogliono scrivere il proprio nome; il papa prese la penna e scrisse:

    Non è il mondan romore altro che un fiato
    Di vento, che or vien quinci e or vien quindi,
    E muta nome perchè muta lato.
     (P. 11).

    Non essendo allora dichiarato infallibile, qualche lucido intervallo di tratto in tratto lo chiappava.