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capitolo x. | 69 |
la seggiola, la quale indi a un’ora gli fu riportata da parte della baronessa, con cinque lire di mancia, cui egli da principio rifiutò ferocemente, ma la moglie a poco a poco lo ammollì, e all’ultimo con una stretta lo vinse, dicendo: «Pigliale, serviranno a rinnovare la provvisione di polvere e palle, caso mai quei cani avessero a tornare.» La guerra essendo durata poco, e così remosso ogni pericolo d’invasione, il carbonaio e la carbonaia, messo in consulta il da farsi delle cinque lire, deliberarono all’unanimità di comprare tanto vino e beverloie alla salute del generale Garibaldi.
La baronessa, poichè le fu recata in camera la fanciulla, voltasi agli astanti piacevolmente lor favellò:
— Ed ora voi altri ve ne potete andare. Curio, tu conosci la casa, al camino la pentola bolle, in dispensa troverai il bisogno: apparecchiate da voi, e mangiate. Tu, Curio, a quanto sembra, hai maggiore necessità di lavarti che di mangiare, il signor Filippo forse più di mangiare che di lavarsi, ma di ambedue le cose l’uno e l’altro di voi ha certamente bisogno.
— Grazie, signora mia, grazie, ma veda, se non le fosse d’incomodo, le darei aiuto a spogliare ed a lavare la ragazza.
— Signor no, la decenza lo vieta.
— O se l’ho fatto tante volte?