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56 | il secolo che muore |
— Oh! sia ringraziato Dio, che ci ha concesso la morte: adesso, se ci condannassero a vivere, quale strazio sarebbe pari al dolor nostro?
Così lamentava Curio, e il buon maggiore percosso dalla desolazione del giovane avrebbe volentieri rinnegato le sue parole: pure, voglioso di rimediare come meglio poteva al mal fatto, soggiunse:
— Coraggio, Cario, sempre coraggio, che tutto quello che ciondola non casca: ora fa’ una cosa, va’ fuori, e procura raccogliere qualche notizia per te ed anche per me.
— Ho paura.
— Paura! E di che?
— Sì, paura da non potersi dire: io tremo tutto nel presagio di sentirmene contare delle peggio: le forze italiane mi fanno l’effetto dei birilli del biliardo, che si mettono ritti per essere buttati giù.
— Or via, Curio, pensa che il diavolo non è mai brutto come si dipinge: va’, torna, e fa’ presto; rammenta ch’io sto sulle spine, e alla disgrazia sono uso opporre cuore di rocca: la incertezza mi ammazza.
Curio andava per le vie di Brescia speculando onde trovare persona, la quale dal sembiante gli