Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore II.djvu/53


capitolo x. 55


per virtù; ed ella ci viene sempre feconda di utili resultati: di rado l’uomo renunzia alle sue comodità, e più di rado alle lusinghe dell’amor proprio appagato; quando poi l’agonia dell’utile e l’agonia della vanità s’intrecciano in uno interesse solo, allora poi giudico impossibile che ci renunzi l’uomo: questo parmi più vero, che tra la speranza generosa, ma piena del pericolo di perdere, e la ghiottoneria di guadagnare con sicurezza, prevalse nei nostri guidaioli la ghiottoneria; non si contò la vergogna. Il capitano La Marmora rinfoderò il brando sul fianco sinistro, e diventato Scriba cavò fuori dal destro il pennajolo: nelle sue mani l’uno e l’altro del pari infelici: arduo è sgarrare col calamaio colà dove fece fallo la spada: non ci fu altri che Lutero, al quale riuscì vincere col calamaio: e vinse nientemeno che il diavolo in persona, ma glielo scaraventò nella testa. Ora il La Marmora, professandosi cattolico, non ha fede che nell’acqiia benedetta. In verità di Dio, io per me penso che quando la monarchia ci schiera davanti agli occhi i suoi capitani, i suoi ammiragli, i suoi ministri, lo faccia pel medesimo spirito onde i giocolieri ti mostrano, sopra l’avversa parete, le figure grottesche della lanterna magica, per tenere allegra la brigata divertendola dal senso dei mali presenti e dalle apprensioni del futuro.