nonostante egli ingiunge al Brignone si spinga innanzi,
e questi lo fa inoltrandosi fino a Monte
Godio: allora il La Marmora lo pianta lì, e galoppando
solo verso Villafranca, va a vedere come le
cose procedano da questa parte, ed anche per condurre
rinforzi al Brignone; di vero torna, ma trova
il Brignone a mal ridotto dallo sforzo degli austriaci
incalzanti, e costretto a ripiegarsi sopra
Monte Godio: il terreno compariva ingombro di
morti; si contavano tra i feriti il generale Gozzani
e il principe Amedeo. A Custoza i nostri
tentarono resistere, ma neanche in questo punto
la fortuna volle arridere al valore scompagnato
dalla perizia; fummo respinti. Il re, il quale se ne
stava a contemplare la battaglia fra Villafranca e
Custoza, visto retrocedere la divisione Brignone,
corre via a Valleggio, di là varca il Mincio e si
conduce a Goito: per questa guisa, se mai ci era
stato sul campo di battaglia un comando supremo,
venne affatto a sparire. Il La Marmora, per onestare
la cosa, disse più. tardi essere stato suo intendimento
sgarrare la prova sopra le alture di Custoza
con le divisioni del secondo corpo, mentre il Bixio
e il principe Umberto sostenevano il terzo corpo
nella pianura; sproposito o bugia che il Rustow
gli rimbecca, dichiarando: — dal suo stesso rapporto
si fa manifesto, come ciò non fosse per nulla
il caso, dimostra la sua testa in balìa di deplora-