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390 | il secolo che muore |
la gioventù interdum in morbis faciunt miracula, come disse Ippocrate; quindi la scienza non opporsi a che ella imprendesse il viaggio per l’Italia. — Così parlò il medico finchè stette alla presenza di Arria, ma nell’andarsene, comecchè favellasse sommesso alla priora, la voce percotendo le pareti riportò ad Arrla queste parole pronunziate da lui sopra la soglia della camera: — Al cascare delle foglie è un libro letto...
Pertanto fu giudicato non si frapponesse indugio alla partenza di lei, ma, quattro giorni innanzi a quello in cui Arria doveva mettersi in viaggio, la priora dabbene le portò un foglio da copiare o segnare, il quale conteneva una dichiarazione amplissima della giovane dei benefizi ricevuti da tutti in generale, ed in particolare dalla priora, dalla vicepriora, dal padre direttore del reclusorio, dal padre direttore delle coscienze del reclusorio; breve, a tante sommavano le specialità, che tornavano quasi all’universalità; le virtù di tutti i laudati superavano quelle della bettonica; diluagavasi a sazietà in proteste di riconoscenza, di devozione, di venerazione profonda; confettata ogni cosa nello zucchero di sant’Ignazio di prima qualità. Per ultimo attestava Arria essere stata ospitata nelle varie case pie, e quivi nudrita e vestita sempre per amor di Dio.
A questo punto Arria, non mica per superbia, bensì per istudio di verità, volle notare ciò non