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356 il secolo che muore


quanto quella dei sepolcri: non più impero, ne obbedienza, stanza meschina, pensione grama: solitarie nelle città, nelle quali esse rientrano a modo dei sette dormienti, non avendo a spendere altro che monete di cuoio. Oltre queste vi saranno altre ragioni, ma l’esposte non le paiano poche: amore rinvestito in passione religiosa, vanità di dominio, saccenteria soddisfatta, bisogno di conservare il bene presente, paura del male futuro.

— Dottore, io sono stata a sentirvi a bocca aperta; tanto è, ho da dirvela, le vostre ragioni mi bollivano pel capo, ma da me non le avrei sapute districare mai; gradite le mie grazie; io vi stimava molto come dottore fisico, ma voi mi avete dimostrato che siete troppo più perito nelle infermità dell’anima.

— Noi altri medici di rado facciamo distinzione tra corpo e spirito: però, come adesso soprappongo l’orecchio al cuore umano, un dì ebbi vaghezza di mettere l’orecchio sopra lo involucro di questo consorzio che piglia nome di società civile per sentire i palpiti del secolo che muore... egli muore e non ci ha rimedio che valga a salvarlo. Bene mi è riuscito estrarre tubercoli e sradicare cancri dallo stomaco, non mai un errore nè una tristizie dal cuore dell’uomo; e quindi a dritto Omero saluta la persuasione divina, perchè in verità non mi è occorso fin qui incontrarla in questo mondo; onde io di quanto ho diminuita la