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capitolo xiv. 353


nobile fatto l’arte plebea, fabbricando un flagello di Madonne e di Santi da strapazzo, ma però lustri, imbiaccati, imbellettati e ravviati, come se uscissero allora allora di mano al barbiere. Nei conventi delle monache, caso mai Giuseppe il falegname si attentasse comparire senza facciole in mezzo al bue e all’asino, sarebbe grave scandalo. Non dirò nulla di S. Luigi Gonzaga, ne di S. Stanislao Kostka ed altri simili cavati fuori dal semenzaio della Compagnia di Gesù; nella Novità del Sonzogno non comparvero mai figure di femmine tanzo azzimate, come ci presentano i gesuiti questi Santi di loro manifattura. Un giorno al visconte di Chateaubriand frullò pel capo, allo scopo di menare chiasso, di dettare i Martiri e il Genio del Cristianesimo, amara radice donde vennero alla Francia amari frutti, ed eccoti i preti arrabattarsi a fare l’autore amabile in grazia del libro, e il libro in grazia dell’autore, e però ornare il volume del preteso ritratto del Visconte, il quale ricavarono non mica dal vero, potendo il povero uomo, a cagione della sua bruttezza, somministrare testimonianza a coloro che sostengono l’uomo disceso da progenie scimmiesca, bensì dal Byron, giudicato empio come il demonio, ma bello come un Dio. Avvertite altresì come, per insinuare nelle grazie delle signore quel grimo di Pio IX, in fronte delle varie edizioni della sua vita, dettate dal Plutarco St. Aubin, si sieno indu-