ficate, riverite ed amate. Però le donne si innamorarono e s’innamorano davvero di Gesù: considerate le loro orazioni, esse grondano propriamente delirio di amore: levateci Gesù e sostituiteci o Nanni, o Gigi, o Tonino, ed ecco che troverete bella e fatta la più ardente lettera erotica che mai sapesse immaginare donna innamorata: anzi, bisogna confessarlo, la più parte di loro vergognerebbe bisbigliare nelle orecchie a Tonino quello che spiattella a Gesù a voce alta; mirate con quanta insistenza pretendono che egli si pigli di riffa anima, corpo et reliqua: sposo e amante, e adorabile ed adorato non rifinisce mai appellarlo. Ponete mente anche a questo: i preti, piloti solenni nei pelaghi donneschi, da prima effigiarono i simulacri di Cristo e dei Santi orribili a vedersi, ma considerando poi come le donne torcessero il viso dai Giovambattista, dai Paoli, dai Macari, dagli Ilarioni e da altri siffatti eremiti affranti dalla penitenza e attriti dal digiuno, dissero: diamo volta al timone, che queste benedette donne fanno il callo anche al terrore, mentre dello amore non si saziano mai, e allora presero ad effigiare i Santi smaglianti di bellezza. Ponetemi una giovane donna a recitare i sette salmi penitenziali ai piedi degli angioli dipinti dal Ghirlandajo, da Raffaello e da Lionardo, e mi direte poi se ella ne diventi devota. I gesuiti, nello scopo di moltiplicare la pesca, hanno di no-