della fede. Dalla caldaia infernale saltavano su come sonagli i tradimenti, le rapine, i disordinati appetiti della carne, gli omicidi, le ire, le vendette; colà vedevi disfarsi per virtù del fuoco infernale la carità e la fede: fino la speranza ci boccheggiava in procinto di dare gli ultimi tratti. Sì, dilettissimi, gli scellerati hanno ucciso perfino la speranza, conciossiachè una volta strappato Dio, non dai cieli, che tanto non possono gli empi, bensì dal cuore umano, o che cosa starebbe a fare la speranza sopra la terra? Tutti i flagelli di Dio si sono scatenati su questa generazione perversa. O Maria refugio dei peccatori, o Angiolo custode strenuissimo guerriero nostro, o anime benedette del purgatorio, accorrete in nostra difesa! E a me misera chi sovviene? La più parte dei miei si è portati via la bufera. La vanità vinse Eponina, la cupidigia vinse Omobono, la prosunzione Fabrizio, tutti la irreligione. Di Curio, più degli altri fratelli posseduto dal demonio, non si sa nulla, e chi sa che fine ha fatto: voi altri abbracciati al tronco della croce, appena potete reggere, dilettissimi, alla violenza del temporale. Non mi contrastate dunque che io mi offerisca intera, anima e corpo, al mio buon Gesù; egli ha patito tanto per me, che qualunque sacrifizio per parte mia non varrà a compensare nè manco una gocciola del suo preziosissimo sangue e nessuno si attenti; incolparmi di