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capitolo xiv. 335


di girifalchi e balestre: oggi reti, schioppi, tagliuole, fosse, stiacciole, panie, archetti, gabbiuzze, lacci, stringoli, penere, erpici, lungagnole, strascini, insomma, un flagello. Ora avverta a questo: la conversione della nipote della illustre memoria di Orazio Onesti mena chiasso, alla più trista, un anno, cresce reputazione e mena clientela; molto più che l’Onesti procede sempre implacabile contro cotesti avoltoi. Per questa guisa si scredita la dottrina che nuoce; mettesi a interesse la carità come ci hanno messo la vendetta; si ara col bue e coll’asino. Gesù perdonò chi lo percosse, i gesuiti hanno salvato le anime dei discendenti dei loro persecutori! Perchè qui sta il punto: confondere la religione con le furfanterie pretesche; di Gesù e dei gesuiti farne tutta una minestra: insomma mescolare in un buglione brillanti e mochi... e... ed anche... ma non mi attento aggiungere parola che la potrebbe affliggere, e mi cucio la bocca.

— No, dottore, dite pure, vi prego: a quest’ora io mi sento corazzata a tutto.

— E sia: col soccorso di lingue dolose affilate con l’olio santo sul cornu epistolæ dell’altare, si insinua un parallelo fra Arria la santa ed Eponina perduta... magari, se occorre, alla santa si faranno operare miracoli... Cristo non si staccò di croce per abbracciare Santa Caterina da Siena? Santa Brigida