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332 | il secolo che muore |
chè, vedete, la signora Claudia, in onta delle mie fervorose preghiere, ricusò di pigliarsi cotesto assunto.
— Eh! signora mia, conosco i miei polli; vuol dire che gatta ci aveva a covare; beghina e prete non fallano: se l’uno è merlo, l’altro è corvo.
— Insomma la signora Claudia mi persuase tenerne proposito alla signora marchesa X, patrona del pio istituto di educazione noto col nome di X, dove si accolgono zitelle civili e si allevano nel santo timore di Dio, nonchè in ogni buona disciplina conveniente all’ottima madre di famiglia.
— De malo in peius, venite adoremus, secondo lo invitatorio del diavolo; e voi seguitaste il consiglio?
— Lo seguitai.
— Ora mirate furberia di beghina; la signora Claudia non la volle infornare, ma la mise sopra la pala; insomma, io capisco la ragia: voi la raccomandaste alla signora marchesa X nota in Judea, la marchesa si fece pregare alquanto, all’ultimo vi risucchiò la povera figliuola, ed Arria, una volta entrata in cotesta macelleria di anime, non si è potuta più riscattare: facile discensus Averni, sed revocare grados... hoc opus. Io mi ci sbattezzerei, proseguiva riscaldandosi il dottore; la legge impose un giorno che sopra le botteghe dove esponevansi in vendita carni scadenti si ponesse la scritta: Ma-