Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore II.djvu/306

308 il secolo che muore


coro l’ultimo verso per ritornello; e i coristi avendolo fatto, costui li lodò dicendo: — Bravi! Da pari vostro, da voi non ci era da sperare di più. — Attenti, continuo:

Il mastro di cappella
Non se ne prese cura
E fece molto male
Che si è trovato addosso
Le feste di Natale,
E per la messa su in cielo a cantare
Non sapea il grullo che pesci pigliare.

Su, a voi: Non sapea il grullo che pesci pigliare... Bene. Vi trovereste a caso un sorso di vino da bagnarmi la gola? No? Ve lo siete bevuto tutto; bravi patriotti! Come si ama il tradimento e si odia il traditore, così mi sarei asciugato il vino, ma avrei detestato, aborrito, calpestato l’infame che invece di berselo lo avesse messo da parte per me. Ripiglio il canto:

Quando arriva nei cieli un'angiolina
Che il crup di stianto si portava via
Giusto l'altra mattina,
Che visto del maestro lo imbarazzo:
La non si stia, gli disse, a ingarbugliare;
Colà a Torino tutto il mondo è pazzo
Di una voce celeste
Che se voi la metteste
Nei piedi della vostra Angiola fioca
Vi troverete aver compito il coro
E fatto il becco all'oca.
Per dispaccio mandatela a chiamare
E la morte lo vada a consegnare:

E il coro ripetè il ritornello:

E la morte lo vada a consegnare.