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306 | il secolo che muore |
varsi fa la contessa Anafesti madre; dietro a lei le altre signore tutte; dopo loro gli uomini, taciturni e mesti come se tornassero da UN mortorio. Solo Ludovico, nel ripulire le lenti del cannocchiale per rimetterlo nella busta, esclamò:
— Povera creatura! Poteva fare una fine migliore ..
Spensero subito tutti i lumi; i morti non hanno bisogno di vederci; e poi la economia sta sempre bene. Alzarono il sipario e il teatro parve la bocca del regno delle tenebre, di facile ingresso e di regresso disperato; lavarono il pavimento, e raccolta l’acqua sanguinosa con spugne da cavalli la travasarono dentro un bugliolo... Eponina così come appariva tutta sordida di sangue distesero sopra una scala messa per traverso sulla spalliera di due seggiole. Chi di qua chi di là dal teatro erano spulezzati tutti, soli rimasero i coristi, così uomini come donne, e le comparse e l’orfana Natalizia, la quale genuflessa ai piedi della sua signora, col capo nascosto entro le mani piangeva e pregava.
Di un tratto colui che imponeva il coro, o vogliam dire maestro dei coristi, uomo atticciato, uso a cantare versi all’improvviso, e più a bevere fiaschi di vino, facile al pianto, facile al riso, tenerone, buffone, salito su di un trespolo prese a favellare così:
— Signori e signore, per dire come dice il reve-