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capitolo xiii. 293


volgarmente chiamiamo stella cadente. — Più grave danno di questo, il suo cuore sembrava ad ogni minuto sostasse alquanto come per ripigliare lena nello esercizio delle sue funzioni di sistole e di diastole. Ristabilita in salute a questa maniera, dopo lunghe esitanze si dispose trasferirsi a Milano, dove sua prima cura fu di cercare la vecchia raccoglitrice della sua diletta Natalizia...

Ma, ahimè! Tn sai, lettore, come la scadenza ordinaria delle cambiali sia a novanta giorni e quella della vita a sessanta anni. Ora la morte, che insomma è il creditore puntuale per eccellenza, si era presentata alla vecchia, molto più che il termine era scaduto da un pezzo, e ne aveva riscossa la vita.

Sembra che ad Eponina non dovesse parere vero immergersi nel seno della famiglia, e quivi attingere l’oblio dei mali sofferti; tutto iuduceva a crederlo, eppure questo non fece.

O perchè non lo fece? Lettore discreto e prudente; io te l’ho pur detto: per penetrare nel cuore umano e dimostrarti i suoi infiniti misteri, mi farebbe bisogno che Arianna sempreviva dipanasse eternamente gomitoli per me; ed io calcolo ch’ella deva essere morta da tremila anni e più.

Se avessi a dire la mia, forse ad Eponina rincrebbe aversi a mostrare in cotesto arnese; ella immaginava un dì tornarsene a casa sfolgorante di