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264 | il secolo che muore |
verso terra la vsua passione, che aveva levato troppo in alto il volo, aggiungendo:
— Eponina, io vi amo, e voglio e posso amarvi; che cosa trovereste voi da opporci?
— Oppongo, signore, non essere affatto generoso tenere simili propositi a fanciulla sola, priva di protettori.
— Come! Credete voi che io vi possa oltraggiare? Pensate davvero che abbia avuto intenzione di mancarvi di ossequio? Questo non fu ne sarà. Oh! perdonatemi; se mi negate il perdono mi brucerò il cervello.
— Lasciamo, di grazia, il cervello al suo posto, e non entriamo neanche sopra la intenzione, ma egli è sicuro che voi non mi avreste tenuto siffatto discorso, se mi aveste trovata al fianco della mia genitrice.
— Io?...
— Sì, voi; e voi avete pensato potermelo fare perchè.... perchè.... ve l’ho a dire? Perchè vi sono parsa vivanda avanzata alla mensa di un altro.
— Orrore!
— Ed io, principe, sappiate, per mercè di Dio e la mia volontà, mi sento tale e sono da non ricevere dichiarazioni di amore se non per mezzo di mia madre.
— Ma, signora Eponina, o che cosa vi ho chiesto io? Nulla dalla parte vostra. A me basta che vi