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capitolo xii. 255


A faccia china, tenendosi per le mani, la contessa e Ludovico s’incamminarono verso la porta; dove essi lasciavano l’orma, metteva il piede Eponina; se tu li avessi visti ti avrebbero porto la immagine dei primi parenti, che la favola ebrea finge banditi dal paradiso terrestre dall’angiolo ministro dell’ira del Signore.

Eponina però, contrariamente al suo desiderio, non fu dimenticata; le parole sgraffi dolgono un pezzo. La contessa andava ripetendo sovente: — Se fosse stata una Montmorency, non avrebbe messo fuori tanta superbia. Ludovico poi rabbrividiva quando, pensando alle parole: povera creatura!, tremava gli fossero rimaste sopra la fronte come il marchio del falsario.