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242 | il secolo che muore |
— E non vi sembra questo un obbligo in buona e perfetta regola?
— Io non l’ho mai reputato tale, nè credo ch’ei sia. La legge non mena buona che una forma sola; le altre non reggono, e noi non abbiamo praticato quanto prescrive il Codice civile per la validità di simili obbligazioni.
— Questo può darsi; ma non pertanto simile dichiarazione ingerisce meno un vincolo morale fra voi altri due.
— E mancando lo scritto, mi scusi, mia riverita signora, secondo il suo savio parere, verrebbe a mancare la obbligazione?
— Non dirò questo: solo ho voluto accennare che dalla soppressione di questo documento sarebbe dato desumere la mutata volontà delle parti.
— E a lei, signora contessa, premerebbe molto che cotesta carta rimanesse abolita? Mi parli chiaro.
— Potendolo fare con onore e con aggradimento delle parti interessate, sì....
— Ebbene, signora, io le ripeterò le parole che Napoleone I disse alla moglie del Governatore di Berlino, mentre ella, davanti al caminetto, teneva in mano le prove della fellonia del proprio marito, ch’egli stesso le aveva consegnato: - gettatele sul fuoco cotesto carte, ed io mi guarderò bene di accusarlo per paura di passare per calunniatore.