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capitolo xii. 241


significare vostra signoria per marito e moglie: questo tuttavolta so, e mi giova farle sapere, che io non consentirei a vivere come moglie con uomo, il quale non fosse mio marito.

— Ma tra voi e il contino Ludovico non è corso un contratto di matrimonio?

— No.

— Una dichiarazione.... un obbligo.... un vincolo insomma che tiene legato l’uno all’altro?

— Oh! Ecco, trovandomi a Vienna ed occorrendomi per i miei interessi condurmi fin quassù a Pietroburgo, proposi al suo signor figliuolo di accompagnarmi; egli acconsentiva, non avendo nulla che lo trattenesse a Vienna: allora, per rendere decente per me ed anche per lui la sua compagnia, ci trovammo d’accordo di pigliare il passaporto in nome di ambedue, qualificandoci per marito e moglie,

— E avete presso di voi questo passaporto?

— Sissignora.

— E avreste difficoltà alcuna, mia cara figliuola, a farmelo vedere?

— Veruna: si compiaccia di rimanere sola per pochi momenti, che io lo vado a pigliare.

La contessa assentì col capo; Eponina andò in camera, donde in breve tornata col foglio, lo porse alla signora. La contessa, dopo averlo letto con molta attenzione, osservò: