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228 il secolo che muore


cie ai servi con lo stecchetto, ma le promesse sbraciava con la pala; di qui Ludovico venne a sapere come Eponina avesse obbligato la opera sua sotto un nome che fìnto non si poteva dire e vero neppure, perchè temporibus illis il marchesato di S. Prudenziano fu feudo di casa; ma i suoi non gli avevano dato nè anche la consolazione di cui il conte di Cavour fa largo a’ genovesi quando li mandò in Crimea a vedere Caffa; e seppe inoltre, cosa più. importante per lui, che ella si era legata durante sei mesi pel compenso di 25 mila rubli, di cui per patto il direttore aveva dovuto anticiparle 60 mila franchi. Udito questo evangelo, Ludovico non corse, non volò, ma come lo struzzo nel deserto parve aiutarsi con le gambe e con l’ale nel ridursi a casa, dove rinvenne appunto Eponina che riscontrava i biglietti di banca pagati dal Direttore, ond’è che postergata ogni vergogna, e forse messo alle strette da qualche suo segreto bisogno, le disse:

— Oh! adesso il morto è sulla bara; tu non potrai negarmi di avere quattrini.

— Anzi, ella rispose, io non mi sono mai trovata in penuria come in questo momento; vieni qua, invece di danaro io ti darò una storia; poca cosa invero, tuttavia sempre meglio di un canto. — Certo fittaiolo andava creditore del Fox, che gli aveva fatto una dichiarazione del suo debito in piena regola; scarrucolato da un giorno all’altro dal nobile si-