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226 | il secolo che muore |
altri fa mai. Il principe, che era orgoglioso della sua nobiltà una volta e mezzo più del pavone della sua coda, lodò abbondantemente cotesto scrupolo, sicchè alla osservazione che Eponina le mosse alquanto indispettita:
— E sì, che senza biasimo potè salire sopra le scene il signor Mario, ch’è marchese, gentile sangue italiano dalla Spagna trasfuso nella Sardegna... rispose interrompendo:
— Sì, sì; ma un fiore non fa primavera, ed è desiderabile che questi esempi cessino, piuttostochè si rinnovino.
Venne pertanto statuito fra loro che ella avrebbe segnato la scrittura col nome di Eponina marchesa di S. Prudenziano; il principe poi, avendone tenuto proposito col signor Mario, convenne con lui non esser bene andarsi a profferire; il principe si desse d’attorno per fare nascere, crescere e divampare il desiderio di sentir cantare sopra il teatro di Pietroburgo la celebre italiana, marchesa di S. Prudenziano: egli dal canto suo non si rimarrebbe da movere i mantici nella Direzione del teatro, per accendere la voglia di mettere sopra le scene la Semiramide del Rossini ed ottenere a qualunque prezzo che Eponina ci sosterrebbe la parte di Arsace; tanto più volentieri dare egli di mano a cotesto accordo, perchè ella ne avrebbe aumentata, se pure era possibile, la sua reputazione, e la Di-