fortuna e con lui. Con la fortuna, perchè alla fine cessando i suoi rigori si fosse mossa a favorire Lodovico; con questo, perchè attendendo alacre e diligente ai negozi si dimostrasse degno degli inusitati favori. Lodava il figlio della discretezza adoperata a celarle il nome del suo compagno negli affari di Borsa, ma mordendo all’amo apprestatole da Eponina, aggiungeva averlo indovinato (ella immaginò qualche segretario della legazione; forse il ministro stesso). Continuava poi, la cugina duchessa averla così accomodata di danari, ma pochi, come quella che si versava a posta sua nella penuria a cagione delle prodigalità commesse nel passato carnevale: prometteva di più in seguito; però arrivati come manna i dodicimila franchi, mentre quelli della duchessa soli non sarieno bastati a tranquillare le avare improntitudini dello Zinfi; aggiunti i suoi, lo avevano persuaso a starsi fermo nel convincimento di avere ad essere saldato: però dichiarava che, stante il caro del denaro, quanto a interessi non poteva contentarsi al 6 per cento. — Alla quale proposta, aggiungeva la contessa, non ho potuto astenermi da osservargli: — Ma voi avete imprestato danaro al mio figliuolo incominciando a contare dal sessanta, sicchè il sei su sessanta fa giusto il 10 per cento. — Egli, cavandosi la berretta, ha risposto: che con donne, massime con le signore, non voleva avere discus-