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210 | il secolo che muore |
cosa che desidererei mi fosse creduta senza giuramento; dov’ella pensasse che per essere Anania circonciso e il signor Ivano battezzato, lo troverà più arrendevole di me, ella sbaglia, e di grosso: circoncisione o battesimo non genera differenza nel mercante: sopra la professione che ognuno di loro professa, ce ne ha una terza, comune ad ambidue loro.
— Mio degno Anania, io penso che voi possiate avere ragione; ma a provare non si rimette nulla.
— E veda, proseguiva l’ebreo, circa ai cristalli io la potrei servire unicamente, che possiedo i più bei quarzi di cristallo che sieno stati mai raccolti nell’Aitai: ci vuole occhio esperto di molto a distinguerli anco messi accanto ai diamanti genuini; e questo, mi sembra, non dovere riuscire indifferente alla mia signora.
— Eh! fino a un certo punto non dico di no. — E così dicendo Eponina si levò in piedi in atto di accompagnare Anania, il quale andando lemme lemme lasciò cadere queste parole per terra, rade, ad una ad una, perchè facessero più romore.
— Ivano... gioielliere di Corte... è sicuro che ha fornito il monile... la indiscrezione dorme a letto con lui... ogni giorno egli si ubbriaca di acquavite... Anania tiene le labbra chiuse più di un sepolcro.
Vedendosi giunto sopra la soglia della stanza senza che cotesto parole avessero fatto breccia, vi