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208 | il secolo che muore |
che sarebbero state contaminate dal contatto di diamanti scuri, di verun pregio, da bottegaie, anzi da pescivendolo?
Anania, spaventato, apriva e chiudeva la bocca senza susurrare parola; pareva un pesce rosso chiuso dentro una caraifa; di un tratto si appose il monile alla fronte, poi alle labbra, lo baciò divotamente, e ripigliati gli spiriti favellò:
— Tutto quello che viene dalla imperatrice e dall’imperatore è sacro; ma come l’eterno Dio lassù nei cieli è circondato di stelle più o meno sfolgoreggianti di luce, e senza offesa di lui possiamo osservare che Venere scintilla più di Saturno, così S. M. può possedere nei suoi tesori diamanti di pregio minore o maggiore, nà credo mi sia impedito rilevarlo senz’oltraggio.... piuttosto, cara lei, mi pare... se non isbaglio.... altrimenti mi rimetto, che lei non faccia troppo onore a S. M. vendendo subito il dono di tanto augusta persona.
Per questa volta toccò ad Eponina a riparare la botta, e la riparò male; presa a soqquadro rispose:
— Necessità non ha legge.
L’ebreo allora, chiappata la mosca a volo, disse: — Cagna di cristiana, dunque il bisogno ti strozza; questo però fra se; di fuori raddoppiava venerazioni ed ossequi. Adesso incomincia un lungo batostare tra il di più della pretensione e il meno dell’offerta; l’ebreo non voleva crescere un centesimo