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cialetto, dono della imperatrice: l’amico rispose Pietroburgo andare piena di gioiellieri, principalissi mi due, Anania Caieky e Ivano Rotting, ebreo il primo, cristiano il secondo, e questi fornitore di Corte. Eponina, com’era naturale, scelse l’ebreo, e pregò l’amico suo di avvisarlo che le andasse a casa. Anania, sentendo che ci era da tirare la rezzola con la speranza di averne un grosso barbio, andò a tiro di ale, ed introdotto da Eponina, prese ad adorarla con le smancerie servili che gli ebrei sogliono praticare molto per naturale vilezza e più per eredità di abiezione: certo di avere a sostenere le parti di venditore nel prossimo contratto, incominciò a dissertare intorno la scarsità sempre crescente di brillanti di acqua pura; la più parte di quelli che entrano greggi in commercio, dopo lavorati si scoprono verdastri, senza raggio, e non vale il pregio spedirli in Olanda a farli lavorare a forma dei trovati moderni; vado o mando alle fiere di Brodi, di Nini-Nowogorod, e non mi riesce rinvenire nulla di buono: qualche cosa di mediocre arriva in Siberia dall’Asia, ma la terra classica dei diamanti, checchè ne dicano, sarà sempre l’India; peccato che i Rajah non li vendano, e gli inglesi quando gli agguantano li fanno vedere traverso una gabbia, come il Koke-noor alla esposizione di Londra! Pertanto difficile oggi trovare diamanti nell’India, caro ad acquistarli, pericoloso estrarli di costà. — Quale