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diere, dopo un monte di ringraziamenti, riprese le gioie e disse che per cotesto prezzo era intenzionato accollarsele egli per conservarle un pezzo, onde se il proprietario volesse riscattarle si il potesse, previo rimborso del capitale e degli interessi. Il gioielliere gli rispose con un risolino soave quanto il filo di un rasoio, aggiungendo:

— Compare, voi siete quel fiore di galantuomo, che siete.

L’onesto tedesco si recò a scrupolo avvantaggiarsi di un kreutzer sul valore delle gioie; esso tenne più dicevole abbrivare il conto, perchè le riprese dell’albergo sarebbero diminuite di certo; il quale danno era chiaro come l’acqua che egli lo avrebbe patito per colpa degli italiani, imperciocchè tutti questi subbugli non nascevano per lo appunto dal costoro intestarsi a contrastare ai tedeschi il pacifico possesso della Lombardia e della Venezia? Ora la signora Eponina era amabilissima dama, ma a fin di conto italiana e nemica.

— Oh! a proposito! esclamava Eponina mentre ripiegava una sottoveste di Ludovico per assettarla dentro la valigia, bisogna portare i passaporti all’ambasciata russa perchè ci appongano il visto.

— Certo, soggiunse Ludovico, non possiamo farne a meno.