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capitolo xii. | 195 |
— Come è così, mi stringo nelle spalle; ma quello che dobbiamo fare facciamolo presto, che lo indugio potrebbe pigliar vizio.
— Anco domani, se ti piace.
— E domani sia.
Eponina accontatasi coll’onesto Hans, il quale non rifiniva accertarla che le passioni dei campi di battaglia erano fermate dai gabellini alle porte: diversi i guerrieri dai borghesi quanto le campane da cui le suona: continuasse a starsene dentro il suo albergo tranquilla: quando ce ne fosse stato il bisogno le avrebbe prestato egli stesso sicurtà gratis et amore Dei. Tuttavia, stando la giovine ferma a partire, volentieri si tolse il carico affidatogli dall’Eponina di vendere le gioie al suo maggiore interesse.
Il buon viennese, uso a camminare lungo le frontiere della onestà senza mai sconfinarle, come i topi che girano sull’orlo dei barattoli e non ci cascano dentro, se ne andò difilato da certo suo amico gioielliere, affinchè gli stimasse le gioie, informandolo qualmente un forastiero albergato nella sua locanda, ridotto al verde, volesse disfarsene per cavarne danari.
Il gioielliere, nel presagio di averle ad acquistare, egli ci disse sopra parole più che non ne ha un leggìo; e poi conchiuse stimandole un buon terzo meno del giusto loro valore. Allora l’onesto locan-