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capitolo xi. | 179 |
per tutti, si troverà spinto a prosternarsi, e percotendo
la terra a gridare: coprimi!
E mesto era il cuore di quanti gli stavano dintorno, eccetto dei nequitosi i quali si attaccano ai magnanimi come talora la ruggine alla buona spada guerriera. Questi per pane avevano seguito il Garibaldi, per pane lo abbandonavano; nè tutti codardi, anzi taluni feroci, ma i feroci avevano messo a cambio il sangue come i codardi la frode. Tutti si erano votati alla morte per vivere. Viltà o ferocia non monta, a patto che li servano da fornaie, da canovaie, da taverniere. Sopra gli altri improntissimo il Fandibuoni a far brogli, affinchè molti dei suoi compagni si presentassero al Garibaldi e lo mettessero in croce, per provocare dal Governo regio a loro pro onorificenze e pensioni.
Il Generale, secondo il suo costume, li guardò lungamente fisso e tacque: poi placido accese uno zolfanello e mise fuoco alla petizione che gli avevano presentato: indi a breve allontanandosi dal campo per tornarsene alla solitudine della sua Caprera, così ammoniva i volontari:
«Il Corpo dei volontari italiani, durante la campagna del 1866, ha fatto il suo dovere, e nello adempimento di questo dovere trova la più onorevole delle sue ricompense.
Brescia, 23 settembre 18GG.
Gen. Garibaldi.»