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capitolo xi. | 139 |
— Il torsolo. Ma dimmi, sapresti col tuo lume di lucciola farmi capire qualche cosa in questo gilepraio?
— Magari! Ma prima ti bisogna affacciarti al canto, e arrivato sopra la strada diritta, quindi considerare per bene quello che ti si presenterà davanti.
— Vado e torno.
— Sei matto! esclamò il Fandibuoni, trattenendo Curio per un braccio, non sai che svoltato il canto occorre la strada diritta un quattrocento metri, che termina ad Ampola, dove i cannoni del forte tirano d’infilata, spazzando via tutto quello che incontrano?
— O quel giovane tenente non ci va col suo cannone?
— E se egli è stufo di vivere, vuoi romperti il collo per fargli la scimmia?
— No, entrò di mezzo Filippo, l’Alasia non è pazzo; egli si muove per senso di dovere; forse un po’ dodici once buon peso, ma poichè in tanti la libbra riscontriamo scarsa, se in altri trabocca non guasta; in te poi, o Curio, cimentarti a quel modo sarebbe temerità senza sugo., ed ora dove vai? Vien qua, per Dio santo!
— Aspettami, che torno in un batter di occhio, rispose quel cervello strambo di Curio, ed intanto correndo aveva svoltato il cantone: avvertito tutto a bell’agio, tornò ridendo e disse: