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capitolo xi. | 117 |
— Se queste fossero le guerre della repubblica francese del 1792, anco per noi sarebbe nato un Hoche. — Piaccia alla fortuna non farlo affunghire sotto la religione dei rogi capitani.... ad ogni modo bevo per questo animoso; pari in altezza di spiriti all’antico Curzio, ma più avventurato di lui.
Quietatosi lo schiamazzo, Curio a sua volta interrogò:
— E al Tonale non fu combattuto?
— E donde vieni? Dalla China? Saresti a caso uno dei Sette dormienti? Anzi lo sei addirittura.
— Beffatemi quanto vi piace, a patto che vogliate istruirmi: nè a voi, nè a me giova raccontarvi le cagioni, ond’io ignoro tutto quello che fu operato in questi ultimi giorni; vi basti che io lo ignoro, e che brucio saperlo.
— Ebbene, favellò uno della brigata, tu hai da sapere, che ci era una volta un re.... no un Cadolini ciurmato colonnello....
— Ho capito, interruppe Curio, ne abbiamo buscate?
— O che discorso è questo, disse un altro; o che forse il Cadolini è un codardo?
— No davvero: per me sostengo, rispose Curio, che, rispetto a cuore, egli può reggere il confronto con qualunque altro italiano; quanto a cervello poi, sostengo del pari che a riporlo in un guscio di noce, ci ciottolerebbe dentro; per giunta permaloso e testardo, che è uno sfinimento.