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capitolo xi. 115


tenuto indizio di altra colonna nemica in procinto di entrare in battaglia: da per tutto sgomento; parecchi uffiziali, e dei buoni, consigliano la ritirata; ma il Guicciardi lì fermo come i suoi monti, e bene avvisò: più tardi informato meglio conobbe: le tre colonne salve e prossime alle posizioni che dovevano occupare: gli austriaci respinti al Ponte del Diavolo ritirarsi alla dirotta: il sospetto di rimanere circondati dal nemico follia. Scorti appena gli austriaci ai Bagni vecchi, corremmo ad assalirli da quattro lati; gli austriaci disposti a schifare battaglia davano indietro, e per noi era un vero crepacuore a vederceli guizzare di mano così, però che veruna delle tre colonne fosse proprio giunta al posto, ed anco lo Zambelli si trovava alquanto in ritardo. Il nemico per salvarsi dalle molestie appicca il fuoco al ponte della galleria; noi ci corriamo sopra, calpestandolo lo spengiamo, e sempre alle costole dei nemici fino alla prima cantoniera: qui parecchi dei fuggenti voltano faccia, ed avvantaggiati dai luoghi adatti per le difese, prendono a menare le mani, mentre gli altri affrettano il passo. Ecco il capitano Pedranzini con tanto di lingua fuori arriva sul Reit, si affaccia e mira gli austriaci sbucare dalla prima cantoniera per ripararsi nella seconda, e quindi ai gioghi dello Stelvio. — Ah! mi scappano, urlò, e poi, senza dire ne uno ne due, sdraiato supino si lasciò andare giù a