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110 il secolo che muore


il predicatore, stando sempre alle vedette per rubarci l’anima, gli comparve subito davanti, e gli disse: conosco la polvere e i pensieri della polvere detesto i discorsi lunghi, per lo che non volli mai accettare la deputazione al Parlamento italiano; patti chiari ed amicizia lunga; dammi la tua anima ed io ti fabbrico il ponte in un bacchio baleno. —

— Ma senta, signor diavolo, si fece a notare il povero innamorato, — e l’altro:

— Qui non ci è diavolo che tenga, o piglia o lascia, che ho un ritrovo a Firenze per provvedere di tabacco la regìa cointeressata.

— Ebbene, storto il collo, gemè lo interessato, io prometto l’anima di chi primo passerà il ponte. — Chiuse gli occhi, aperse gli occhi, e il ponte era finito.

Il diavolo andò dall’altra parte del ponte aspettando l’innamorato al passo come una lepre, ma questi allora comincia a dare spesa al suo cervello, e pensa a cosa, che neppure era cascata in mente al diavolo: — To’, egli diceva, se io passo mi trovo ad avere pescato pel proconsolo, perdo l’anima, e a casa della dama non ci vado. Allora pensa una nuova malizia; va a casa il curato, e grida di strada: oe, oe, ecci il curato? — Che si vuole dal curato? E chi siete voi? — Quegli disse il nome e aggiunse: Presto, venga via che di là dal fiume e in procinto di morte Girolamo d’Andreis