Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore I.djvu/92

70 il secolo che muore


no avrei formata una io, togliondo ora dall’una, ora dall’altra quanto mi fosse parso più adattato: ora avendo giusto fatto così, mi venne di comporre questa, approvata dal consenso universale. La volete sentire? Non di no, perchè bisogna che di santa ragione voi la leggiate, non si potendo spedire se prima non vi apponiate il nome vostro.

E lesse:

«Carissimo, nonno, suocero, ed amico.»

Il parroco, il quale essendosi posto con tanta poca riverenza a sedere sopra le reliquie di Santa Filomena, sentì di un tratto, convertite in carboni accesi, ardergli il fondamento, non diede in maggiore sbalzo di quello che facesse Orazio all’udire cotesto principio di lettera; ma subito dopo si contenne e aggrinzò la bocca come i bambini quando incominciano a piangere.

Isabella, non avvertendolo, proseguiva: «Se provassi mezza la voglia che abbiamo noi di vederti, di vedere noi, tu a quest’ora avresti preso a nolo le ali di una colomba per volare a casa nostra. Vieni dunque a rallegrarci con la tua presenza, siccome tu ti rallegrerai nella nostra: sagrifichiamo tutto un dì sopra l’altare domestico al Genio della famiglia. Vieni; a nome di quanto hai di più sacro al mondo (e dovremmo essere noi) t’intimiamo a comparirci davanti il giorno del santo Natale all’ora di desinare, e prima potendo.»