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capitolo i. | 69 |
bile sopra tutte la donna la quale, per sentenza di Teofrasto, non diede mai a dire di sè nè in bene, nè in male. Delle donne latine di una si conosce la tomba e il nome, Cecilia Metella, non già la famiglia e le opere; di un’altra solo la tomba: di questa sappiamo unicamente che domu mansit et lanam fecit.
A coloro poi che incauti amici s’industriassero persuadere a voi madri di famiglia come questo sarebbe pensare solo a se, e nulla agli altri: se così costumassero tutte, l’umano consorzio si sfilaccerebbe sotto le dita dell’egoismo; la loro vita sarebbe quella dello insetto caduto nel calice del fiore, dove oblioso del mondo esterno sugge, si rinnuova e muore, voi rispondete.: «Cotesto lo sono novelle; di che cosa andava composto il fascio romano? Di verghe: ebbene, come il fascio romano si formava di verghe, la società si costituisce dall’aggregazione delle famiglie, e chi coltiva la propria famiglia è buono operaio nel campo doll’umanità.»
— Che cosa è quella che voi avete fatto? — interrogò Marcello.
— Ecco, rispose sorridente Isabella, io aveva commesso a tutti questi figliuoli che componessero una lettera, secondochè il cuore loro dettava, col proposito che io poi avroi scelto la meglio, ovvero